ARNALDO DA BRESCIA

(Brescia fine XI-inizi XII secolo - Roma 1155). Uno dei principali esponenti del movimento di riforma religiosa del secolo XII. Allievo di Abelardo a Parigi, a Brescia era divenuto canonico regolare. La predicazione contro la corruzione del clero ne fece un protagonista della incipiente vita comunale e della lotta dei cittadini contro il vescovo Manfredo. Condannato da Innocenzo II ad abbandonare la diocesi bresciana, passò in Francia, dove partecipò allo scontro fra san Bernardo e Abelardo nel concilio di Sens (1140). Colpito da nuove condanne papali ispirate da san Bernardo, nel 1145 si presentò a Eugenio III, che gli permise di recarsi in pellegrinaggio a Roma. Qui si trovò nel pieno dello scontro fra il pontefice, che aveva lasciato la città, e il popolo romano, proteso verso l'autogoverno sul modello dell'antica repubblica. Riprese a predicare i suoi temi ascetici e di condanna della temporalità e mondanità della Chiesa, e finì per diventare simbolo della autonomia comunale. Nel 1155 lasciò la città, che aveva trovato un accordo col papa Adriano IV, ma fu preso in val d'Orcia e consegnato a Federico Barbarossa, diretto a Roma. Processato, fu messo al rogo e le ceneri vennero sparse nel Tevere, per evitare che il corpo divenisse oggetto di culto popolare.
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